Disavventure in Corea (6°): Il senso dell'orientamento dei coreani

Non fidatevi dei coreani in termini di indicazioni stradali!!! 
nemmeno in termini amorosi o lavorativi.

No, scherzi a parte (qui sopra in piccolo) è vero, promettono promettono e non mantengono.
Ma tralasciamo










Il punto è:
nemmeno loro sanno dove andare! 
Mettetevelo bene in testa!



I taxisti:
La foto è "indicativa"
ma se trovate un taxista così
avvisatemi.
Un consiglio serissimo è quello di non mostrare al taxista la via scritta in romaja (o romaji dal giapponese, parlo della traslitterazione dei caratteri hangul in romani. Insomma scritto con a b c d ...), perché effettivamente non comprenderanno la via (almeno che non sia molto semplice tipo "Insadong", ma quello basta pronunciarglielo).
Se ci provate e rimanete 30 minuti a parlottare per cercare di farvi capire o lui vi pianta e vi dice "no no no", non è colpa loro ma ... udite udite: VOSTRA.
Sì, dai! Non potete pretendere che loro sappiano come si scrive la loro lingua in romanizzazione. E' come dire ad un qualunque italiano di scrivere una qualsiasi parola italiana in coreano (hangul). Suvvia! Ragioniamo.
Inoltre i taxisti hanno il navigatore per un motivo: potrebbero non trovare la strada nemmeno se gli date l'indirizzo scritto in hangul. O impiegarci un pò.

Per quanto riguarda i pedoni:
anche loro girano con i nasi su google maps o altre applicazioni del cellulare.
Oddio, capiamoli! Vivono in una città vasta, dove i palazzi ospitano nei loro piani negozi o uffici di diverso genere. Anche i ristornati sono impilati in quegli edifici spesso e volentieri, e solo le insegne ti illuminano quando perdi la retta via nella ricerca.
Peccato che 10 insegne messe la una sotto l'altra, vicine vicine, accostate, ammucchiate ... facciano un caos assoluto.
Dunque non è nemmeno da imputare a loro la colpa.



Ma dicevamo ... 
... mai fidarsi di un coreano, giovane o anziano.
Specie se giovane in realtà. 




  1. Si perdono con nulla, 
  2. non ragionano se gli mostri la mappa con il percorso e 
  3. fanno i sicuri spedendoti dall'altra parte del globo con le loro dritte (storte).

Giusto qualche giorno fa, mi è venuto in mente di scrivere questo post a causa dell'incontro del secolo, con un ragazzetto del posto, a quanto pare, sperduto quanto me. 
No, che dico? 
Più di me!
Se fossi stata sveglia quel giorno, avrei intuito subito di aver sbagliato screenshot della mappa, e che stavo guardando il ritorno dal luogo dove in quel momento ero diretta. Se lo avessi capito prima, con la mappa giusta, avrei trovato il punto prestabilito in un batter d'occhio.

E invece il fato ha voluto il nostro incontro!



Tranquilli, non mi sono innamorata.
Lo fermai per chiedere dove fosse la strada tal dei tali, dovevo prendere il bus di cambio. 
Lui guarda la mappa perso, poi mi richiede il punto dove devo andare e alla fine mi dice: "aspetta, chiediamo a quel signore" e lo seguo. 
Chiede ad un uomo sui 40 anni e questo sicuro ci indica la via oltre le strisce pedonali.
Bene.
Ringrazio entrambi, anche se il ragazzo non mi ha saputo rispondere, è stato gentilissimo. Ma noto che costui rimane al mio fianco.




Okay, andiamo nella stessa direzione forse per qualche metro, poi giri nevvero? 
Non può essere che tu debba andare dove vado io, no?




Infatti lui mi supera. 
Beh vuoi ben vedere? 1,85 sicuro contro un 1,58 poco sicuro. Quasi, quasi non lo vedo più di fronte a me. 
Nel frattempo, preoccupata che anche il quarantenne mi stesse giocando un brutto scherzo, fermo la classica ajumma dall'espressione perennemente incazzosa. Lei mi indica sicurissima la via e io l'ascolto. Poco dopo, scema, mi rendo conto del mio errore, prendo la mappa giusta, notando che in effetti siamo vicini alla meta.

Quando arrivo butto l'occhio di fronte a me. 
Dall'altro lato della strada chi c'è?
IL RAGAZZETTO AL QUALE AVEVO CHIESTO AIUTO E CHE NON SAPEVA INDICARMI LA VIA.
Rendiamoci conto!
Non lo fanno apposta, proprio non sanno dove stanno andando. Vanno ad intuito e a mappa. Come noi stranieri.




Ma perché mi trovo ad essere così diffidente riguardo al senso di orientamento coreano?
Perché non è la prima volta che mi capita di chiedere aiuto e ricevere dritte sbagliate. E parlandone con amici che stanno qui, non sono nemmeno l'unica.
Una volta addirittura dovevo raggiungere degli amici al mercato di Namdaemun e quindi da Hongdae prendere la metro. Avevo la mappa, dovevo solo capire bene se il mezzo in cui mi stavo per infilare fosse giusto o meno. Non riuscivo a capire bene dalle indicazioni (a volte succede), dunque domandai ad un ragazzo li vicino (becco sempre giovani e uomini, heheh ... no a volte anche le donne e di solito loro sono più sveglie).
Lui sicuro mi dice che è giusto il mezzo e mi chiede dove devo andare di preciso. Io gli dico Namdaemun e lui mi risponde che anche lui stava andando lì.
Sembrava voler dire: andiamoci insieme. 
Solo che poco dopo lo vedo sbiancare, indietreggiare, lo sguardo preoccupato, impegnato ad osservare il suo cellulare. Solleva l'attenzione verso di me imbarazzato e mi dice: "scusa, no. Non è questa la metro che devi prendere. Scusa" e va via borbottando tra sé e sé un "aisshi jinjja" frustrato per aver fatto una pessima figura con la straniera di turno.



Non mi ha nemmeno detto, "vieni che insieme cerchiamo" oppure "devi andare dall'altra parte" no. 
Okay che non serviva un genio e ci sono arrivata da me, aiutando pure una coppia di giapponesi in crisi assoluta. (non spaventatevi, non è così incasinata la metro, era quel punto ad essere particolare)
Giungo dalla parte opposta e vedo che in effetti il treno porta a Seoul Station, che è tra le mie fermate. Ma non comprendo una cosa ... la mappa dice che la linea azzurrina che sto per prendere poi va avanti verso Namdaemun, appunto dove sono diretta, mentre dalle indicazioni che vedo nel vetro del pannello di fronte a me si capisce che Seoul Station altro non è che il capolinea. 
Di nuovo fermo il primo tipo a caso.
Di nuovo uomo. 
Di nuovo giovane.
E gli faccio presente il mio dubbio. Lui osserva la mappa dal mio cellulare e poi mi chiede: "ma dove devi andare?" (e daghela)
"Namdaemun"
"Aaaaah, allora noooo, non devi prenderla qui la metro" tira fuori la sua di mappa e mi fa vedere "devi andare verso Sinchon e poi ..." e con il dito fa un giro indefinito "fare così così", senza davvero indicarmi un fico secco. 
Io alzo la testa e lo fisso con la classica espressione "ma che cazzo stai a di?" e invece pronuncio un "aaah, ho capito" per nulla convinto. Chiaramente non aveva ben presente come arrivare a Namdaemun e voleva fare il bello bellino o ... non me lo spiego.
Poi nel mezzo controllai di nuovo il percorso che aveva tentato di consigliarmi, quello per Shinchon. Sì ci si poteva arrivare anche da lì, ma avrei incasinato ulteriormente il percorso cambiando due volte.

Fatto sta che se ne andò velocemente, dandomi appunto l'idea di uno che se la voleva defilare prima che partisse la domanda lecita: "mi ripeti per favore?"
Tanto non lo avrei fermato per nulla al mondo. Piuttosto ho deciso di ricontrollare la mappa di nuovo e di decretare Seoul Station come lo stop da fare per il cambio verso poi Namdaemun. Non poteva che essere così.
Ed era così. Infatti poi compresi di essere un tantino daltonica (forse) perché nella mappa il colore della linea di Seoul Station era un azzurrino sì, ma di una tonalità diversa rispetto a quella di Namdaemun e le due erano linee della metro diverse.
Insomma cavolo!!! 
Usare colori meno similari???


Però morale della favola: 
se entri nel bosco non fidarti del coreano, hai la mappa? 
Bene arrivaci da sola con quella alla casa della nonna Cappuccetto. 
Ce la puoi fare. 
Se ascolti lui ... sei perso!




Ah! E gli ajeossi autisti di bus a volte non sono da meno: 
-"scusi va a (posto a caso)
-"No. E' dall'altra parte della strada"
-"Grazie mille ajeossi" un paio di ciufoli!!! 
Fare tremila scalini per passare dall'altra parte e scoprire che il lato precedente era invece quello giusto!!!

E MO BASTA PERO'!!!








Spero vi siate fatti qualche risata.
Purtroppo i fatti sono realmente accaduti e continueranno ad accadere.

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