Riscoprire se stessa in Corea del sud




Omonaaa che ci faccio qua?! 

Ma che strano ... che ci faccio io qui? Se non sbaglio è il mio blog, ma è da molto che non ci entro. Che sia davvero lui? Non riconosco nemmeno il suo sfondooooo T T
Non finirò mai di chiedere scusa ai lettori per l'assenza mistica, ma sono come un uomo chiamato da Dio a migrare in quel di Tibet, insieme a capre e ... si spera un Shin Seong Rok al posto di Brad Pitt.











L'ispirazione viene catturata da altro ultimamente. 
Qualche giorno fa però, qualcosa ha riacceso una flebile scintilla che oggi sembra aver innescato un fuoco: camminando per le strade di Hongdae avvertii alle mie spalle una lingua poco sentita da queste parti (raramente diciamolo pure): l'italiano! Girandomi, scovai due coraggiose delle nostre terre, avventurarsi in selve oscure, alle prese con il cibo, il popolo, la lingua del Sud Corea. Una di loro, ciao Sara, se leggi qui XD sappi che appena sister mi passa il tuo numero vi contattiamo come promesso, improvvisamente affermò: "ma tu sei quella del blog".
Wella! Mi riconoscono in Corea?
-sì, beh perché in Italia è impossibile sono sempre tappata in casa-




Scherzi a parte, mi sono ricordata com'era bello scrivere per qualcuno e non solo per me stessa. Lo faccio tutt'ora, con i miei romanzi, anzi se avete voglia di leggere una storia d'amore ambientata totalmente a Seoul e completamente gratis, su EFP sto pubblicando ogni settimana due capitoli di "The Stage Of Love" sperando vi possa piacere, qui: The Stage of Love EFP (primi due capitoli) 
MA il blog oltre a far viaggiare con la fantasia può aiutare molti, consigli e curiosità che siano! Può arricchire la mente e aiutare durante il viaggio stesso. (quello fisico non mentale XD)
Come è successo ad Angela!!! Che recentemente mi ha ringraziato personalmente su facebook per i consigli pre viaggio. Inutile dire che ha avuto una vacanza indimenticabile, ma mica grazie a me! E' Seoul che fa innamorare logicamente. 

Aspettate un attimo ... che ha detto sta scellerata che vi ha abbandonato per tutto questo tempo?
Strade di Hongdae? Corea? 
Eh sì, sono di nuovo nella terra dei miei sogni. Questo mondo meraviglioso e "difettoso" allo stesso tempo. Nessuno è perfetto, tutti hanno qualche disgraziata pecora nera dalla sua.


E come per beffa sono finita nella zona tanto diversamente amata: 

Hongdae ... 
Hong ... 
dae ... 
Ho ...







NGDAE!



E va beh, almeno sono comoda con la metro e tutto il resto e non pago proprio un botto, ci sarebbe da ridire sul goshiwon dove alloggio, ma ... come qualcuno mi ha riferito: c'è di peggio!
Eppure quando faccio il grosso devo ancora tirare tre volte l'acqua! (nonbuttate mai la carta igienica nei cessi coreani potreste incombere nelle ire funeste del proprietario perché qui i cessi sono fatti come non dovrebbero essere fatti! ... leggetelo senza virgole, sù!)

Riscoprire se stessa in Corea del sud, è possibile?

Beh, dipende dalle persone logicamente, eppure molti hanno questa sensazione, che poi sia una cosa reale e seria o meno ... nemmeno la persona che lo afferma lo sa. XD
Insomma con quella frase scritta sia nel titolo sia qui in alto, non intendo dire che vedendo ogni giorno un So Ji Sub, Shin Seong Rok, TOP diverso mi sento realizzata ... (ehmmm ... giusto qualche giorno fa ho notato un bel giovinastro dal taglio similare ad un Topo); no, si intende proprio far pace con se stessi, darsi un'altra possibilità, vivere appieno l'avventura, senza farsi abbattere dalla paura, facendo nuove scoperte del proprio intimo (c'è Billy) , questo non vuol dire scopazzare in giro eh, non fraintendete! Anche perché qui le scope sono piccoline ... 

O.O cos'ho detto! 
Me ne accorgo ora ma ... No!!! 
NOOOOO! 
Non intendo quello ragazze! 
Sul serio le scopette sono piccine, come quelle che da noi si regalano ai bimbi che vogliono imitare la mamma, prima di capire che pulire è una condanna. Evviva le rime. 
No, a parte gli scherzi ero seria, non intendevo giocare con le parole ma alla fine immagino di averlo fatto! XD

Sarò sincera, il nervosismo è calato e scemato in continuazione durante il viaggio. Non parlo di quell'esaltazione, euforia positiva, ma di qualcosa di abbastanza negativo e opprimente. Perché vado a Seoul? Che faccio a Seoul? ... Tanto ...
Appena giunta però ho visto mia sorella e l'ho abbracciata forte e questo ha già portato ad una risposta: hai fatto bene a partire anche solo per quello. 
Lei ha pianto per un pochino, immagino non vedesse l'ora di poter riabbracciare un famigliare. E qualche buon pensante solleverebbe la questione: sono solo otto mesi che sei via di casa. Eh, no belli miei! Lei non è una studentessa che va e viene tra Corea e Italia, dove sa di dover tornare finito gli studi e poi chissà nel futuro, magari rimanerci, contrariamente a quel che vorrebbe? No. Lei è partita, non dico per sempre, ma con il distacco famigliare dovrà farci i conti per molti, moltissimi anni. E se dopo un anno di tempo riesce a tornare per una misera vacanza ... beh, sarà già una fortuna. Nessuno si rende conto veramente di com'è vivere a Seoul finché non trova un lavoro qui! Non un lavoro momentaneo, parlo di anni e anni. No, gli studenti non possono capire, mi dispiace, nemmeno tra coloro che oltre a studiare lavorano, anche se mi sono resa conto che sono in pochi coloro che riescono a conciliare università e part time.
Ma di quel che sta provando sis, ne parleremo un'altra volta, volete?

Arrivata nel mio goshiwon, la mia mente raccatta paRe ha cominciato a rompere le paLLe.
Il panico. Il tugurietto di posto e il cuore che ancora duole ...
Vi basta questo o devo continuare?



Sono le 1:00 della mattina qui a Seoul, dovrei andare a letto per non perdere il ritmo, (jet lag maledetto, ma sono qui da poco devo aver pazienza) per voi faccio uno strappo alla regola. 
E' stato bello vedere mia sorella e il mio jebu (cognato *premetto, i coreani faticano a ricordarsi tutti i nomi onorifici parentali, tanto che lui non si ricordava come una donna potesse chiamare il marito della sorella più piccina. E come lui altri ancora. Ma alla fine ho scovato un'anima pia che conosceva il termine) in aeroporto, ma non trovare quel volto tra i tanti, sapere che lui non c'è più per me e mai più ci sarà, ha reso inizialmente le cose più difficoltose. Tutt'ora se vedo qualcuno che gli somiglia, il mio cuore prendere a battere all'impazzata ... ci vorrà un pò di tempo per lavorare anche su questo fattore. E sarà bene anche pensare se incontrarlo davvero oppure lasciar perdere.
Alla fine come posso dimenticare in fretta la persona che ho amato negli ultimi due anni? Per molti può sembrare un'esagerazione, non erano cinque o dieci anni, ma in realtà giudicare così i sentimenti degli altri è errato: l'amore può svanire in due mesi, come ci si può perdere in esso in due anni. 
E'vero anche che è passato un pò di tempo, tutte le lacrime sono state versate, i pensieri rivalutati, ci siamo tolti l'anello e poi il braccialetto e ora ... si riparte da zero e si pensa a sé e non all'altro. Come dice la mia amica amante di Ju Won, Sarah: "alla fine è con te che vivrai per tutta la vita, devi fare i conti e amare sopratutto te stessa". 

Fondamentalmente sono una persona che teme la solitudine, perché ho paura di rimanere da sola ad affrontare questioni critiche in una mancata autonomia, scoprendomi dunque incapace ... e invece sono fondamentalmente una CRETINA.
Sono una persona paurosa, sappiatelo, ma anche una di quelle che le proprie paura le affronta! Ed è grazie a questo e al viaggio se sto riscoprendo me stessa! Comprendere di non essere impedita, ma di auto impedirsi è una cosa straordinaria. E allo stesso tempo ti incita all'autolesionismo?
Riuscire in quel che si pensava impossibile, accresce il coraggio, l'indipendenza e la speranza. 
Che sappiate fare le cose o no, poco importa di fronte all'esigenza di PROVARE. Ora non sto dicendo di entrare in una sala operatoria e tentare un bypass coronarico, perché è il vostro sogno, quando in mano avete la licenza di meccanico. No, ma prendetevi quella di uccidere a sto punto! XD
Tornando seri, se non si testa le proprie capacità, non si capirà mai a che livello esse siano o se vi sono realmente. A volte ci si scopre più "tardi" di quel che si pensava, altre volte molto più abili di quel che si immaginava. 

Dopo quest'ultima esperienza, potrò dire di aver vissuto tre diverse facciate della bella Seoul?
Possibile.
La prima fu quella da turista, la seconda invece, subito dietro alla prima, ha visto sbocciare una bella storia d'amore, anche se poi finita nell'incompletezza, ma è stato grazie a lui se ho potuto godere dell'aspetto più romantico e anche "povero" della capitale. "Intravivere", passatemi il termine, attraverso le sue paure, i suoi problemi, le sue abitudini, i suoi pensieri e quelli della sua famiglia, anche questo lato meno sfarzoso  in quanto bellezza, ma più imponente in quanto verità, mi ha fatto comprendere molto della cultura coreana, che spesso non si conosce davvero, perché ciò che ci viene proposto a volte è un millesimo dell'effettiva realtà. 

E la terza visione?
Da indipendente! 
Eh già, ce ne sono di esperienze che mi mancano, anche solo il fangirlare con amiche in vacanza è una cosa che prima o poi vorrei provare. Ammetto che io, restia a certe cose, ho un briciolo di curiosità in questo. Ma qui a Seoul tutt'ora ci sono tante amiche da incontrare e quindi il divertimento non mancherà comunque.
Quel che sto imparando ora è a stare fondamentalmente da sola. Bene o male in tutti questi anni ho sempre avuto qualcuno accanto: mia sorella, il mio ex fidanzato, con il quale cercavo di rimanere il più possibile, ambedue appigliati come cozze perché ... ragazzi, oh! Provate voi a stare insieme per due mesi massimo quattro all'anno e poi mi dite! Ora che lei è impegnata e lui se ne è andato ... penso a me! E muovermi da sola per la capitale è una cosa eccitante! 

Dunque tante volte siamo noi stessi a renderci impediti. Volutamente ... non proprio, ma il volere inizia nel momento in cui non si prova. Aspettare non è un vero e proprio male, ma che l'attesa sia breve o lunga, quando arriva l'occasione di cambiare qualcosa di noi stessi che secondo il nostro metro di giudizio non va bene, bisogna farlo! Se non ci si butta ... ecco! In quel momento siamo noi stessi, volutamente, a trasformarci in un impiccio. 
Perché in questo mondo non ci sono troppi ostacoli da superare, ci manca solo il rendere personalmente le cose difficili e spesso lo facciamo. No, non è giusto per noi stessi. Eh, ma sono la prima ad aver commesso quell'errore in passato e cerco di commetterlo tutt'ora, ogni volta che entro in panico per delle inerzie. Ah, ma a me quelle cose mostruose non sembrano nullità, anzi! Mi accorgo che lo sono solo una volta affrontate!
Per alcuni queste parole sono inutili e forse un pò pietose, se non capite tralasciate. In verità però dovreste, perché tutti temono qualche cosa, non esiste l'uomo senza macchia e senza paura. 
L'importante non è avere timore o esserne sprovvisto (beati), ammetterlo o tenerlo dentro, l'importante è affrontare i mostri sotto al letto e non lasciarsi sconfiggere possibilmente. 
Mal che vada ci avete provato? 



Prossimamente vi racconterò la mia esperienza ad un matrimonio coreano! Oh Yeah!



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