Tormentone ...
Non si tratta di assillarmi quotidianamente, ma ogni tanto,
Questa cosa
Omoooo ... pomooo .. XD |
어떻게 / eoddeohke??? |
Avevo udito bene?
Quella persona era proprio di fronte a me, sguardo severo, capello scuro dal taglio tipicamente coreano, pelle perfetta. Era vestito elegantemente, l'unico di quel luogo a non usare il classico grembiulino rosa della Etude, che rendeva tanto ridicoli i commessi li presenti. Per questo motivo pensai che costui dovesse essere per forza il manager di quel negozietto di Myeongdong, uno dei tanti.
Ammetto che il mio interesse è scaturito appena l'ho visto, perché era di una bellezza inaudita, come molti uomini a Seoul, in effetti. Un aspetto degno di un protagonista da drama. Era oltretutto piuttosto alto, ma ciò che mi attraeva tanto erano i suoi occhi, fissi sulla cassa e l'espressione seriamente fredda.
Non per niente io e G. ci avvicinammo a lui con timore, e sicuramente un velo rosato sulle guancia, non causato dal fard in promozione. Gli diedi il cestino, con i cosmetici che avevo deciso di comprare e la card donata da un altro Etude Shop, che io erroneamente pensavo servisse per gli sconti. Il ragazzo afferrò il tutto senza nemmeno degnarci di uno sguardo. Velocemente strisciò la carta, un'azione sicuramente abitudinaria. Era molto abile, sciolto, deciso su tutto quello che faceva, sicuro di sé. Anche questo fattore sicuramente mi mandava in brodo di giuggiole.
Ad un tratto sollevò uno sguardo annoiato su di noi, restituendomi la card e parlandomi in ...
Sinceramente non ricordo! Era coreano? Era inglese? Quando si degnò di guardaci il mio udito peggiorò, tanto che non udii nulla. Osservai solo quelle labbra in movimento, pensando ad un modo per toccarle. Per fortuna non sono sonnambula nemmeno quando sogno ad occhi aperti, se così non fosse, sicuramente mi sarei mossa verso quella bocca, sfiorandola con le dita come un'ebete, passando per una strana creatura dalla mente allucinata. Meglio detto come fattona?!
Mia sorella allora mi si affiancò e sussurrò qualcosa. Con un pò di fatica compresi che la card consegnata doveva essere una sorta di bancomat da caricare. Non avendo credito all'interno, il bel manager giustamente attese i soldi dalla cliente: una ragazza italiana che non si decideva a pagare, visto che era in stato catatonico. Dietro di lei tanti altri clienti attendevano pazientemente.
Mi diedi una scrollata e consegnai i won. Ero pronta ad afferrare il resto il più velocemente possibile, per poi scomparire dal locale, dove stavo facendo una pessima figura.
Non solo vidi le sue mani porgermi le banconote, ma intravidi pure il movimento del suo corpo: un inchino. Afferrai i soldi e feci per voltarmi, quando lui pronunciò: "Grazie e arrivederci"
- come faceva a sapere che eravamo italiane?
- per quale motivo sapeva l'italiano?
- ascoltando la conversazione mia e di mia sorella aveva capito tutto per filo e per segno?
- era forse la giornata "salutiamo in italiano?"
- come si chiamava?
- quanti anni aveva? (all'apparenza non più di 30)
- fidanzato?
- amante della cucina italiana?
- amante delle italiane?
- sposato con un'italiana?
- se quel giorno fossi tornata indietro a chiedere ... cosa avrebbe risposto???
Sono fidanzata, certe immagini nella mia mente dovrebbero essere off limits, ma ... è più forte di me!!! Devo sapere ... mi dico, ma ormai è troppo tardi.
Quelle parole mi bloccarono all'istante. Feci in tempo solo a lasciare il posto ai clienti dietro di me, per poi tornare ad osservarlo, incantata. Mia sorella nel frattempo stava uscendo dal locale, quando si accorse della mia mancanza e tornò indietro per riprendere la sua eonni. "Che stai facendo? Andiamocene!" disse G, mentre io fissavo ancora il tizio dietro al bancone, che abilmente passava i prodotti e batteva il prezzo in cassa. "Sveglia! Sembri un baccalà! Stai male? Che ti prende?" chiese nuovamente, scrollandomi. Tutti i suoi tentativi di svegliare la bella addormentata andarono a vuoto, serviva un principe. Un principe che lavorava in quel luogo, privo di mantello azzurro e per l'amor del cielo pure senza grembiulino rosa. G. alla fine mi lasciò in quel punto e se ne uscì da sola, sconvolta dagli sguardi delle altre persone.
Non potevo che continuare ad attendere che si accorgesse della strana ragazza, ancora impiantata di fronte a lui. Servì tre clienti, dopo di ché spostò lo sguardo alla sua sinistra, notandomi finalmente. Lo fece brevemente, superficialmente, senza rimanerne sconvolto o comunque colpito. Si degnò di darmi più attenzioni poco più tardi, quando evidentemente sentì la mia continua presenza. Il suo sguardo era severo, annoiato. "Meo?"(cosa) chiese in coreano.
"Prima hai parlato in italiano?" gli domandai.
Sollevò le sopracciglia imbronciate, mostrandosi sorpreso: "Meo?" continuò guardandomi con sufficienza.
"Ho sentito bene ..." trovai il coraggio di rispondergli, "... hai proprio detto: grazie e arrivederci ... " la curiosità di saperne di più mi aveva bloccata lì e dovevo avere anche un aspetto buffo: braccia rilassate ai fianchi, bocca leggermente aperta, occhi perennemente incollati su quella persona. Espressione ... da beota.
Il giovane uomo da prima sembrò colpito dalle mie parole, tanto che per un attimo sollevò l'angolo della bocca, in una sorta di ghigno. Successivamente però arrivarono altri clienti e si concentrò su di loro. Ogni volta che terminava una vendita però, con lo sguardo a mandorla tornava a controllare la mia posizione, fin quando fu nuovamente libero di sollevare il capo e fissarmi, questa volta con fare divertito. Quando mi mostrò un sorriso sornione i miei occhi uscirono quasi dalle orbite per la sorpresa: gli puntai un dito contro e esclamai: "mi stai capendo, non è così?" e la smisi immediatamente quando si dimostrò infastidito dal mio comportamento.
Il momento successivo sbuffò, tornando divertito: "Sei strana."
"Hai appena parlato in italiano!" affermai prima che potesse sfuggirmi.
Lui annuì lentamente, "Mmmm ... ne." La sua espressione in quel momento era annoiata e ovvia.
Mi rilassai per un attimo, sospirando. "Come fai a conoscere la mia lingua? L'hai studiata?" cominciai ad interrogarlo.
"In verità sono nato con la dote di saper riconoscere tutte le lingue del mondo e poterle anche parlare." i suoi occhi si spostarono dal basso all'alto, attendendo la mia reazione, sfidando forse la mia apparente stupidità.
Misi dunque un debole broncio: "Ti diverti tanto?" a quel commento seguì la debole risata di lui, fuggita al suo grande controllo. "Me ne vado ... visto che non vuoi prendermi seriamente." Il manager alzò le spalle e non proferì parola, poi tornò a concentrarsi sul suo solito lavoro, servendo altre tante ragazze. Ero decisa di rimanere lì e attendere che finisse o volevo sul serio andarmene? Rimanere! Per quale motivo? ... Proprio non lo sapevo!
"Ho da fare ..." avvisò lui appena fu libero di parlare e lo fece senza nemmeno alzare il volto verso di me.
Io socchiusi gli occhi osservandolo diffidente. "Ero solo curiosa di sapere ..." sussurrai.
Feci per andarmene per davvero, quando la sua voce mi immobilizzò: "Comunque ..." mi voltai immediatamente, "... sei buffa ... yebbeoyo!" (graziosa/bella)
I miei occhi tornarono a sporgersi dalle orbite, "Eeeeeh?"
"Mmm?" ribatté lui, evidentemente facendo finta di niente.
"Hai appena detto che ... So quella parola che significa ..." cominciai a balbettare.
Il manager piegò gli angoli della bocca verso il basso, sollevando le sopracciglia per l'ennesima volta, in un'espressione sorpresa: "Conosci il coreano?"
Oscillai la testa, "No ... " l'arrivo di altre compratrici mi interruppe. Deglutii nervosamente e attesi che finisse col lavoro. "Forse ho capito male"
"E' perché hai poca fiducia in te?" chiese con lo sguardo fisso sul bancone, dove stava sistemando gli scontrini. "Hai due orecchie, quindi forse hai sentito fin troppo bene ..." stavo per tornare a dire la mia, quando mi interruppe lui: "Ora vai! Non vedi che stai intralciando la fila?" voltandomi infatti vidi un mucchio di ragazze asiatiche in coda e alcune mi stavano rivolgendo uno sguardo non molto simpatico.
Mi spostai facendo un'inchino di scusa. La mia attenzione però tornò su di lui, che stava trafficava con prodotti e numeri. "Che fai dopo il lavoro?" chiesi indietreggiando. Alzò il solito sguardo annoiato su di me e poi lo riabbassò come se la proposta non gli interessasse. "Non capire male ... è solo per continuare il discorso ..." Di nuovo i suoi occhi mi cercarono e questa volta facendo in concomitanza un ghigno divertito. "Ti posso aspettare qui fuori ..."
Finalmente prese un pò di respiro da quello che stava facendo, sollevò il mento, le spalle e fissandomi negli occhi rispose: "Jwesohabnida ... itellia mal butteyo!" (sono spiacente, non conosco l'italiano) Rimasi perplessa, per poi scorgere l'occhiolino che fece in mia direzione, seguito da un sorrisetto beffardo. La mia delusione si tramutò in fastidio!
Oddio, se sarei stata al tuo posto, dopo aver sentito "Arrivederci e grazie" sarei rimasta lì, ad osservarlo come un pesce lesso! *Q*
RispondiEliminaUmm, il tuo finale alternativo, non mi dispiace :3 Fdndjfjksdnf >_<
Ahahhahahaahhaha ma noooooooooo!!! Anche quando te le scrivi da sola le cose le fai andare male? ^^
RispondiEliminaIo comunque avrei continuato a girare nel negozio per ore e ore(per negozio intendo le immediate vicinanze del tipo).. E se non c'era più niente da guardare l'avrei creato... Cosa non si fa per rifarsi gli occhi.......... XD
O.O che sorpresa!!! Anch'io se fossi stata al tuo posto ci sarei rimasta di sasso!!! Poi nel vedere una tale bellezza come l'hai descritta sarei svenuta direttamente!! XD XD Pensavo che ragazzi così belli esistessero solo nei drama... ma se non è così... bhè buon per noi!!! XD XD Comunque il finale è molto molto kawaii!!! :) A presto!
RispondiEliminaRispondo per tutte: Nicoletta, no!!! XD A Seoul di bei ragazzi se ne trovano ad ogni passo che si fa per strada! Come disse una mia amica di web e drama: in vacanza a Seoul è sempre un bene postarsi nei caffé, di fronte alle vetrate che danno all'esterno, per vedere il "panorama" maschile. XD ... Pamela: -_- sì ... sono catastrofica! Ame-Chan e tutte: O.O io e sister nemmeno ci pensammo, ce ne andammo senza fiatare, per poi, una volta uscite dal negozio, guardarci negli occhi e chiederci: ho sentito bene? XD due su due voglio ben vedere!
RispondiEliminaAHAHAHAHAHA! Quello che hai scritto sarebbe stato un bel finale devo dire, moooolto interessante XD In effetti è strano che un coreano conosca l'italiano: noi come popolo siamo ovunque, come il prezzemolo, ma nonostante questo sono davvero in pochi quelli che conoscono la nostra lingua. Brava, adesso ci hai messo la curiosità in testa anche a noi e moriremo atrocemente nel dubbio! XD
RispondiEliminaXD Io è da mesi che sto morendo nel dubbio! XD
EliminaQuindi non si è scoperto niente??
RispondiEliminaQuando torni in Corea devi assolutamente scoprirlo!! XD
Eeeeh! Incontrarlo di nuovo XD ... se mai succederà gli farò il terzo grado!
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